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Pubblicato su politicadomani Num 83/84 - Settembre/Ottobre 2008
Scuola
La scuola del Sud
Una cartina al tornasole sui mali d’Italia
I risultati (poverissimi) degli studenti delle scuole del Mezzogiorno sono un segnale eloquente della necessità di adottare misure importanti per l’istruzione e l’università, molto più audaci e incisive di quanto la nostra classe politica non stia facendo da oltre 20 anni
di Maria Mezzina
Non è il Vangelo, ma i risultati delle ricerche del progetto PISA, mostrano chiaramente che esiste in Italia un problema scuola non solo in confronto agli altri paesi OCSE, ma anche fra il Nord e il Sud del Paese.
Il problema non può essere circoscritto al mondo delle aule scolastiche perché, come fa bene notare il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, per lo sviluppo del Paese sono indispensabili politiche che promuovono la scuola, l’università e la ricerca e che, insieme, tendono a colmare il divario fra Centro-Nord e Mezzogiorno.
Si legge nel rapporto, in sede di conclusioni:
“I risultati di PISA, testimoniano di differenze molto ampie nei livelli di prestazione tra gli studenti dei paesi che hanno partecipato alla rilevazione, dovute a una molteplicità di motivi quali i sistemi di istruzione tra i vari paesi; l’organizzazione dei curricoli e degli insegnamenti a livello nazionale e a livello di singole scuole; le differenze socio-economiche esistenti tra gli studenti; le risorse di cui le scuole dispongono, oltre, ovviamente, alle differenze di carattere socio-economico dei vari paesi in generale”.
In Italia, sottolinea il rapporto, le differenze notevoli che esistono fra aree geografiche e tipi di scuole compromettono non solo la qualità e l’equità del nostro sistema scolastico ma il diritto costituzionalmente riconosciuto di pari dignità e opportunità per i cittadini.
Risulta che gli studenti che provengono da sistemi scolastici di tipo comprensivo hanno performance migliori di quelli che provengono da ordinamenti in cui la scelta di indirizzo di studi differenziato avviene precocemente. In contrasto con questo risultato appare la recente normativa, che prevede l’assolvimento dell’obbligo scolastico a 16 con la frequenza dei corsi di formazione professionale regionali.
Inoltre, il voler delegare alle Regioni il capitolo istruzione e l’ipotesi di trasformare scuole e università in fondazioni appaiono come il tentativo di sottrarre il peso economico della scuola alla responsabilità del Paese, per riversarlo sui singoli, sulle comunità e sulle amministrazioni locali, e su “tycoon” e gruppi di “benefattori” interessati.
C’è, fra i dati del rapporto PISA, un dato positivo, confortante, che testimonia come in Italia ci siano nella scuola competenze di tutto rilievo, e come sia proprio la scuola il luogo dove meglio si realizza il dettato costituzionale della uguaglianza e delle pari opportunità per tutti, indipendentemente dall’origine, credo e provenienza socio-economica. Infatti, all’interno delle singole scuole l’incidenza dell’indice socio-economico culturale (ESCS), che misura l’influenza delle condizioni socio-economiche e culturali sul rendimento degli studenti, è pari allo 0,5%, molto minore rispetto alla media OCSE del 3,8%.
Rimane, invece, drammatico nella sua evidenza l’incidenza dell’indice ESCS nel complesso delle scuole italiane: pari al 27,6% contro la media OCSE del 20,5%. È, inoltre, un vero e proprio pugno nello stomaco il dato che fotografa le differenze di performance fra scuole del Centro-Nord e scuole del Mezzogiorno (cfr. Tabella 1). Pari opportunità, uguaglianza e giustizia, garantite nelle singole scuole, sono poco meno di una chimera quando si guarda al Paese Italia.
Ad aggravare la situazione ci sono i dati relativi alla influenza dei diversi tipi di scuole sulla performance degli studenti (cfr. Tabella 2). L’azione combinata dei diversi tipi di scuola e dell’indice ESCS porta per l’Italia a una varianza fra scuole pari al 31,9% (media OCSE 24,3%), che si traduce in un grande spreco di intelligenze e di risorse e in mancanza di sviluppo per l’intero Paese.
Il giudizio dell’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione) è severo:
“(...) a differenza di quanto avviene in altri paesi, i nostri studenti non possono contare su una sostanziale uniformità nella qualità delle scuole che compongono il nostro sistema scolastico. (...) il nostro paese sembra non riuscire a garantire né una accettabile qualità dell’insieme del sistema scolastico, né una sostanziale eguaglianza delle opportunità di educazione scolastica per i suoi studenti (...) I risultati di PISA indicano che questi due obiettivi non possono essere considerati in contraddizione tra loro”.
I dati (cfr. Tabelle 1, 2, 3 e 4) confermano la necessità di politiche educative e di sostegno per tutte le scuole, ma soprattutto per le scuole del Sud, che garantiscano non solo una accettabile qualità del sistema scolastico, ma soprattutto la sua omogeneità. Esattamente l’opposto dell’attuale tendenza a decentralizzare e privatizzare il sistema educativo con l’obiettivo di “razionalizzare” e contenerne la spesa. Ma ricacciare indietro la scuola nel panorama delle priorità, è molto di più di una occasione perduta, è un freno allo sviluppo dell’intero Paese.
TABELLA 1: Percentuale di studenti a ciascun livello della scala
complessiva di literacy scientifica, per area geografica
Area Geografica |
Sotto
livello 1 punteggio
inferiore
a 334,94 |
Livello 1 punteggio
da 334,94
a 409,54 |
Livello 2 punteggio
da 409,54
a 484,14 |
Livello 3 punteggio
da 484,14
a 558,73 |
Livello 4 punteggio
da 558,73
a 633,33 |
Livello 5 punteggio
da 633,33
a 707,93 |
Livello 6 punteggio superiore
a 707,93 |
|
% |
% |
% |
% |
% |
% |
% |
Nord Ovest |
4,9 |
12,3 |
23,2 |
31,4 |
21,3 |
6,3 |
0,6 |
Nord Est |
2,6 |
9,5 |
21,5 |
30,9 |
25,5 |
8,8 |
1,2 |
Centro |
4,5 |
15,1 |
29,3 |
31,1 |
15,2 |
4,4 |
0,4 |
Sud |
8,8 |
24,7 |
32,7 |
24,3 |
8,3 |
1,2 |
0,0 |
Sud Isole |
14,8 |
26,1 |
30,1 |
20,1 |
7,6 |
1,3 |
0,0 |
Italia |
7,3 |
18,0 |
27,6 |
27,4 |
15,1 |
4,2 |
0,4 |
Totale OCSE |
6,9 |
16,3 |
24,2 |
25,1 |
18,7 |
7,4 |
1,4 |
Media OCSE |
5,2 |
14,1 |
24,0 |
27,4 |
20,3 |
7,7 |
1,3 |
[Fonte: base dati OCSE-PISA 2006/ INVALSI]
TABELLA 2: Percentuale di studenti a ciascun livello della scala
complessiva di literacy scientifica, per tipo di scuola
|
Sotto
livello 1 punteggio
inferiore
a 334,94 |
Livello 1 punteggio
da 334,94
a 409,54 |
Livello 2 punteggio
da 409,54
a 484,14 |
Livello 3 punteggio
da 484,14
a 558,73 |
Livello 4 punteggio
da 558,73
a 633,33 |
Livello 5 punteggio
da 633,33
a 707,93 |
Livello 6 punteggio superiore
a 707,93 |
|
% |
% |
% |
% |
% |
% |
% |
Licei |
1,7 |
9,2 |
23,4 |
33,5 |
23,5 |
7,9 |
0,9 |
Tecnici |
4,5 |
18,0 |
30,9 |
30,1 |
13,8 |
2,5 |
0,1 |
Professionali |
17,3 |
31,7 |
31,6 |
15,4 |
3,7 |
0,4 |
0,0 |
Italia |
7,3 |
18,0 |
27,6 |
27,4 |
15,1 |
4,2 |
0,4 |
Totale OCSE |
6,9 |
16,3 |
24,2 |
25,1 |
18,7 |
7,4 |
1,4 |
Media OCSE |
5,2 |
14,1 |
24,0 |
27,4 |
20,3 |
7,7 |
1,3 |
[Fonte: base dati OCSE-PISA 2006/ INVALSI]
NOTA: il livello minimo accettabile in scienze (secondo PISA) è il Livello 2
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